Ci fa sempre provare dei prodotti italiani, soprattutto quando sono appena usciti ed interamente Made in Italy, come il dac Young DSD prodotto dal’italiana M2tech.
Il dac in prova è il successore del precedente Young e introduce sostanziali novità come la funzione di preamplificatore, un design interamente bilanciato e un un nuovo stadio d’uscita.
Insieme al dac M2Tech ha presentato anche un amplificatore per cuffie interamente bilanciato denominato Marley (recensione a breve) che sfrutta lo stesso caso e messi insieme possono andare a comporre un ottimo setup cuffie di alto livello, ma in formato da scrivania.
Di seguito il setup di prova
Sorgente: PC con Jmedia River, M2tech Young DSD
Ampli cuffie: Schiit Asgard, Questyle CMA800R, Fostex Hp A8C, M2tech Marley
Cuffie: Sennheiser HD650, Denon AH-D2000, Heir Audio A.4i, Hifiman HE500, Sennheiser HD800
Finale di potenza: Eam Lab 3.8
Casse: Kef LS50
I prodotti M2Tech sono distribuiti in Italia da Marantz Italy che presenta lo Young DSD ad un prezzo di listino di 1.250 euro.
Specifiche tecniche
D/A Converter IC: |
Texas Instruments PCM1795 |
PCM Sampling Rates – Asynchronous USB: |
44.1, 48, 88.2, 96, 176.4*, 192*, 352.8**, 384**kHz |
DSD Sampling Rates – Windows Asynchronous USB ASIO: |
2.8224 MHz (DSD64) |
5.644,8 MHz (DSD128) |
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PCM Sampling Rates – Coaxial SP/DIF: |
44.1, 48, 88.2, 96, 176.4*, 192* kHz |
PCM Sampling Rates – Optical (TOSLINK): |
44.1, 48, 88.2, 96kHz |
Total Harmonic Distortion |
0.0008% (-3dBFS, balanced, 1kHz) |
Signal-to-Noise Ratio |
118dB (0dBFS, balanced, “A”-weighted) |
A-weighted, 2 Vrms: |
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Digital Inputs: |
USB 2.0, SP/DIF Coaxial RCA and BNC, SP/DIF TOSLINK (optical) |
Digital Volume Control Steps: |
0.5 dB |
Line Output Level Unbalanced: |
5.4Vrms @0dBFS (balanced, “normal”) |
Line Output Level Balanced |
2.7Vrms @0dBFS (single-ended with adaptors, “normal”) |
Line Output Impedance: |
200 ohms (balanced) 100 ohm (unbalanced) |
Dimensions |
200x50x200mm |
(W x H x D): |
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Weight: |
1,7Kg |
Costruzione ed ergonomia
M2Tech per la sua nuova linea ha scelto un design molto minimale e sobrio che rende lo Young DSD un prodotto estremamente elegante.
Come prima accennato le dimensioni del case sono estremamente ridotte, appena 200x50x200mm, il che lo rende perfetto per essere posizionato anche su una scrivania a lato del pc, magari abbinato al Marley o a un bel paio di monitor attivi di qualità, oltre che nel classico rack o mobiletto.
Il case esterno è interamente in alluminio color silver ottenuto per estrusione da un’unica barra e che offre un’ottima schermatura grazie al suo spessore. Nella parte superiore del case è inciso il marchio M2Tech inciso al CNC
Il corpo principale misura solamente 165 x 55 x 175 mm con un peso di 0,86 kg.
Il case è totalmente in alluminio silver, con la parte principale del corpo ottenuta per estrusione da una singola barra.
Il frontale è molto pulito e senza fronzoli e ricoperto da un lastra in plexiglass nero fissato con quattro viti a vista che rende invisibile lo schermo quando questo è spento. Lo schermo blu è molto chiaro e visualizza tutte le informazioni utili come la frequenza di campionamento del brano in esecuzione, l’input selezionato e il volume oltre che a permettere di navigare nel Menù ed è anche possibile selezionare il livello di retroilluminazione di modo che non risulti fastidioso. Oltre a questo troviamo solo un piccolo pulsante che serve per accendere il dac e attivare il mute e una manopola/pulsante che oltre a regolare il volume permette pure di usare il menù. La manopola ruotando offre una buona resistenza e ruota con piccoli scatti che corrispondono ad uno step di 0,5 db di volume.
Il retro invece è decisamente più affollato e troviamo gli input e gli output.
La selezione di input è molto completa ed è costituita da una porta usb di tipo B, un ingresso Aes/Ebu, due ingressi coassiali (uno RCA e uno BNC) e un ingresso Toslink.
Per gli output invece è stata fatta una scelta molto controcorrente inserendo solo i connettori bilanciati XLR. M2Tech ha comunque deciso di inserire nella confezione due adattatori da XLR a RCA che oltre a fungere da adattatori abbassano pure la tensione di uscita di 5,4 V al valore di 2,7 V molto piuù consono ad un’uscita di questo tipo.
Oltre a questo sul retro troviamo l’ ingresso per l’alimentazione esterna, un jack da 5,5/2,1 mm per l’alimentatore standard fornito in dotazione.
L’alimentatore è uno switching da 15V/1A che può essere anche sostituito tranquillamente viste le dimensioni standard del jack di alimentazione.
Nella confezione troverete anche un ottimo telecomando per comandare lo Young dal divano.
Il telecomando è un esempio di come un telecomando dovrebbe essere realizzato, estremamente chiaro ed immediato e con un tasto dedicato alle funzioni più utili. Dal telecomando è inoltre possibile invertire la fase per quei brani registrati con la fase invertita rispetto allo standard.
E’ stata inoltre implementata l’interfaccia HID che permette di comandare anche il player musicale in uso sul pc dal teleocmando permettendo di cambiare traccia e mettere in play/pausa la riproduzione.
Lo Young DSD oltre che come dac funziona pure come pre amplificatore sfruttando un controllo in campo analogico basato sul chip Cirus CS3318 comandato in digitale dalla manopola presente sul frontale e va quindi a sostituire il classico potenziomentro. Il chip in questione in pratica è una scala di resistenze su chip, offre un ottimo matching dei canali e non soffre di perdite di risoluzione lavorando in analogico.
Lo Young DSD è in grado di fornire una tensione massima di 5,4 V su xlr e 2,7 V su rca in modalità normale, ma che può essere raddoppiata impostando l’uscita su “high” dal menù permettendo di saturare anche i finali che richiedono tensioni più elevate per rendere a piena potenza.
Un’altra interessante caratteristica che ormai è andata praticamente persa sulla maggior parte delle elettroniche moderne è il “balance” che permette di regolare di regolare il bilanciamento dei due canali destro e sinistro in modo di regolare meglio la risposta in ambienti irregolari.
Dal menù è possibile impostare anche l’auto spegnimento e la luminosità del display.
Dopo aver rimosso le viti nascoste sotto i piedini è possibile sfilare la scheda dal case dello Young.
La conversione digitale analogica è affidata ad un chip PCM 1795 come nel precedente Young, mentre è cambiato il ricevitore Usb, sostituito dall’XMOS tanto caro ad M2Tech, mentre il ricevitore Spdif è basato su un chip Burr Brown PCM9211.
Il PCM1795 è in grado di riprodurre senza conversione anche i file in DSD fino ad una frequenza di campionatura di 5.644 kHz (DSD128, quindi 44.1 kHz x 128) oltre che i classici file in PCM. Lo young supporta su usb file fino a una risoluzione di 32 bit con frequenza di campionatura di 384 kHz, mentre gli ingressi coassiale e ottico sono limitati ai file a 24 bit.
A fianco dei chip di conversione è presente il chip FPGA Xlinx Spartan II che viene sfruttato come DSP per l’upsampling. Ovviamente il codice è stato totalmente riscritto rispetto al vecchio Young, sia per ottenere dei miglioramenti che per il supporto al DSD.
I clock utilizzati da M2tech sono custom ad alta precisione e realizzati appositamente.
Lo stadio d’uscita analogico è totalmente simmetrico e bilanciato come si può vedere dalla foto.
Come suona
Come nella quasi totalità nella prove anche con lo Young DSD maggiormente usato per la prova sarà l’ingresso USB dato che ormai con l’adozione di ricevitori come l’XMOS ha permesso a questo ingresso di superare gli altri in qualità ed è l’unico a supportare il formato DSD a causa delle limitazioni degli altri protocolli.
Iniziando la prova come dac puro ci si rende subito conto che lo Young DSD è un dac dal carattere brillante e dettagliato, estremamente trasparente.
I punti di forza dello Young DSD sono decisamente il dettaglio elevatissimo che riesce a garantire, così come la resa della scena, veramente estesa e precisa.
Proprio per questo però lo Young non perdona i file di bassa qualità (niente Youtube o Mp3) e le incisioni fatte male, mentre si alta con file di alta qualità per raggiungere picchi veramente alti con la riproduzione dei file DSD che garantiscono una resa più “analogica”.
Il basso è senz’altro degno di nota e senza essere ingigantito o gonfiato, scende veramente parecchio, non perdendo in articolazione e precisione, risultando sempre veloce.
La gamma media è più improntata al medio alto che la rende particolarmente brillante, forse anche troppo se per esempio abbinato al Questyle CMA800R con le HD800, mentre il risultato è molto buono con cuffie più scure come le HE500 o le HD650. La resa strumentale è eccellente e mostra un realismo eccellente con una resa dei violini e delle chitarre acustiche stupende. Anche la resa vocale è buona, naturale e vivida, anche se con qualche abbinamento troppo aperto e con le pessime incisioni presenta qualche sibilante.
La gamma alta è estesissima e molto dettagliata, non risultando comunque graffiante e senza problemi di affaticamento causati da ascolti prolungati.
Ottima la dinamica che gli permette di districarsi bene anche nei passaggi più complicati.
Come avrete intuito il dac è più adatto a chi è apprezza il suono brillante, veloce e dettagliato, e meno per chi cerca la musicalità a tutti i costi. Noi, come avrete capito dalle recensioni, facciamo parte della prima categoria (Woo Audio Wa6 Se batte Wa2 per intenderci).
Per chi fosse preoccupato per la presenza degli adattatori per le uscite Rca vorrei precisare che questo non è un problema dato che la resa con gli adattatori è praticamente identica all’uscita Xlr e non si notano perdite di qualità.
Come immaginabile è ottima pure la sinergia con l’ampli della casa, il Marley, su questo però torneremo nell’apposita prova.
Abbiamo anche provato a connettere direttamente lo Young al nostro caro Eam Lab To3.8 e alle KEF LS50 per saggiarne le caratteristiche di pre e capire se fosse in grado di sostituire un preamplificatore classico e la risposta è decisamente sì.
Grazie all’attenuazione analogica lo Young DSD non soffre di perdite di risoluzione anche a livelli di ascolto molto bassi (il controllo volume digitale funziona per compressione e perde 1 bit ogni 6 db di attenuazione) e grazie alla possibilità di uscire ad un voltaggio doppio rispetto allo standard (selezionabile da menù) è in grado di mandare qualsiasi finale a piena potenza.
Lo Young DSD usato come pre è estremamente trasparente e mantiene inalterate le caratteristiche soniche del dac ottenendo lo stesso risultato brillante e dettagliato. Con l’ascolto in casse spariscono anche le sibilanti, problema classicamente più accentuato nell’ascolto in cuffia, mentre vengono mantenute le altre caratteristiche prima elencate.
Conclusioni
Lo Young DSD si è rivelato un ottimo dac con buonissime prestazioni anche come preamplificatore e ricco di funzioni..
Il dac che fa della brillantezza e del dettaglio la sua bandiera, non risultando comunque affaticante, anche se mostra qualche problema di sibilanti se abbinato ad altri componenti con lo stessa impronta chiara.
La costruzione è davvero ottima e il design minimal è veramente elegante e si presta molto bene per essere posizionato anche su una scrivania. L’unico difetto è la presenza di uscite solo xlr bilanciate, anche se per ovviare al problema vengono forniti degli adattatori in dotazione.
Recensione in breve
Voto: 9 su 10
Pro:
– Selezione di input molto completa
– Ottima costruzione e design
– Ottimo ingresso USB
– Resa sonico molto dettagliata e brillante con una scena vasta
– Ricco di funzioni utili, come l’ottima sezione pre e il balance
– Telecomando completo
Contro:
– Uscite Rca solo tramite adattatori
– Qualche problema di sibilanti con gli abbinamenti più brillanti
Complimenti per la recensione 🙂
“Dopo aver rimosso le viti nascoste sotto i piedini è possibile sfilare la scheda dal case dello Young.”
Curiosità i piedini sono adesivi o ad incastro ?
Grazie
Grazie.
I piedini sono adesivi
Matteo