Siamo di nuovo a Gennaio, le vacanze sono passate (anche se in versione un po’ triste) e siamo pronti a ricominciare con un nuovo anno di prove.
Per cominciare bene non partiremo con una singola recensione, ma con una recensione doppia di un combo cuffia e sorgente gentilmente forniti da LSA attraverso il distributore Underwood Hi Fi, nuovo marchio americano che commercializza elettroniche, cuffie e diffusori.
Magari il marchio LSA non vi dice molto, ma le cuffie nascono da una collaborazione con Kennerton, produttore russo di cuffie di alta gamma, infatti le HP2 protagoniste di questa recensione sono delle Magni upgradate con tecnologie usate nelle nuove Kennerton .
LSA ha approcciato il sistema di vendita di diretta e vende i suoi prodotti solo online in tutto il mondo, il che gli permette di abbattere i costi, infatti le HP2 sono vendute a 799 $ contro i 1.200$ della controparte Kennerton
Le cuffie sono state provate in coppia con un all in one ibrido sempre LSA, il Discovery DPH-1, acquistabile ad un prezzo di lancio di 799 $ sempre direttamente.
Costruzione
Le cuffie HP2 arrivano contenute in una borsetta semirigida in similpelle che oltre alle cuffie contiene un cavo di buona qualità
Le HP2 sono una versione migliorata delle Kennorton Magni da cui riprendono l’estetica, mentre sfruttano un driver da 50 mm caricato a tromba derivato da quello delle Kennerton Gjallarhorn.
Le LSA HP2 sono delle cuffie chiuse con un buon isolamento. I cups sono interamente realizzati in legno chiaro con inserti più scuri. La qualità del legno è molto buona, così come la lavorazione. Nella parte inferiore troviamo i connettori da 3,5 mm per il cavo.
L’archetto è in metallo nero, resistente e flessibile, mentre la parte che poggia sulla testa è ricoperta in simil pelle ed è molto morbida e imbottita. L’archetto utilizza un sistema che si auto adatta alle dimensione della testa I pad sono di grandi dimensioni, morbidi e ricoperti in similpelle.
Il cavo da 2 metri è di buona qualità ed è ricoperto in nylon per aumentare la resistenza. Il tutto è terminato lato sorgente con un connettore dritto da 6,3 mm, mentre lato cuffia utilizza due connettori mono da 3,5 mm.
Le cuffie sulla testa risultano comode e il peso di 400 g è ben distribuito e non grava particolarmente
Passando al Discovery DPH 1 ci troviamo davanti a un all in one dalle dimensioni importanti dato che misura 35x24x10cm e pesa 6,5 kg. Il dac non è mastodontico, ma supera i miei standard per le elettroniche da scrivania, lo avrei preferito più compatto, soprattutto vista la gestione degli spazi interni.
Il DPH 1 è un all in one dato che include un dac, un preamplificatore e un amplificatore, il tutto comodamente controllabile con telecomando.
La particolarità del DPH 1 è il doppio stadio di uscita, uno a stato solido e uno valvolare che potete scegliere in base a quale uscita RCA viene usata (sulla sezione cuffie userete lo stato solido invece), gli RCA di sinistra sfruttano l’uscita a stato solido, mentre quelli di destra lo stadio valvolare.
Oltre alle due coppie di RCA sul retro troviamo gli ingressi digitali. La scelta è molto completa ed è possibile utilizzare l’ingresso usb, due spdif, uno BNC e uno rca, e un ingresso ottico. Niente uscite bilanciate XLR.
Sul frontale invece troviamo l’uscita cuffie da 6,3 mm, una grande manopola per controllare il volume e scegliere l’input e il tasto d’accensione. Non è presente nessuno schermo, ma solo dei led (un po’ troppo effetto laser) che segnano l’input selezionato.
Il telecomando è molto basico, ma funzionale.
Una volta scoperchiato il grosso dac ci si chiede subito perché non l’abbiano fatto più compatto dato il molto spazio lasciato libero.
All’interno troviamo un buon alimentatore R Core e la scheda con il doppio stadio di uscita basata su un chip dac AKM 4495 connesso ad un ottimo oscillatore di qualità. Per l’ingresso usb è utilizzato il celeberrimo chip XMOS. Nonostante non siano presenti uscite bilanciate l’architettura è interamente dual mono.
La potenza dell’uscita cuffie non è certo sconvolgente, 500 mWx2 su 32 ohm , ma è riuscito a pilotare molto bene tutte le mie cuffie cavandosela bene pure con le IEM. Tenendo conto che le HP2 supportano massimo 250 mW il DPH 1 è ampiamente sufficiente
Come suonano
Essendo caricate a tromba, molto sensibili (116 db) e a bassa impedenza (33 ohm) le HP2 non hanno bisogno di grandi potenze per rendere al meglio, basta una sorgente ben suonante e loro ben suonano.
Le HP2 sono delle cuffie mediose e non seguono la tendenza della risposta in frequenza a V, puntando su una gamma media avanzata, ricca di dettagli e molto piacevole. Il dettaglio è molto buono, grazie al raccordo in gamma bassa molto discreto che non va ad inombrare la gamma media con conseguente perdita di chiarezza. La resa strumentale è naturale, ma la parte migliore è senz’altro la resa vocale.
La gamma bassa ha un resa particolare. La gamma bassa è estesa, con un ottimo resa in bassissima frequenza, ma non ha un grande impatto e quantità, preferendo puntare sulla velocità e il dettaglio anche in basso. Il vantaggio è che il raccordo nella medio basso è pulitissimo e non va ad inquinare la gamma media, ma si perde un po’ di quantità. E’ una scelta coraggiosa, ma avrei preferito pure un po’ di quantità, magari sacrificando leggermente il dettaglio in basso.
La gamma alta invece risulta abbastanza impressionante dato che è estesissima e ricca di dettagli pur non essendo perforante, il che le rende perfette per la musica classica.
Come la maggior parte delle cuffie chiuse anche le HP2 non impressionano per soundstage che risulta nella norma.
Passando al dac all one ho trovato interessante la doppia uscita a stato solido e valvolare dato che permette di scegliere il suono che più ci aggrada. La valvola praticamente funziona da “equalizzatore” rendendo il suono più caldo e musicale, ma perdendo velocità e dettaglio e alla fine ho quasi sempre preferito la modalità a stato solido collegando il DHP 1 all’Eam Lab 306 e alle KEF LS50, ma sono sempre stato un amante del suono dettagliato e veloce, quindi era prevedibile.
Passando all’uscita cuffia che frutta solo la sezione a stato solido, mi ha stupito come sia riuscito a pilotare senza problemi anche cuffie non semplicissime come le Audeze LCD X nonostante la potenza abbastanza contenuta.
Il DPH1 rispecchia un po’ il sound delle HP2 con una gamma bassa profonda, ma non straripante che ben si sposa con cuffie con il tipico sound a V controbilanciando la loro resa.
Buona la resa in gamma media, stavolta non troppo avanzata, con una buona resa vocale e strumentale che non passando dal buffer valvolare non perde dettaglio, ma resta precisa e dettagliata.
Notevole anche l’elettronica in gamma alta, molto estesa e dettagliata.
Il combo in conclusione risulta molto ben riuscito, soprattutto per gli amanti della gamma media e della resa dettagliata e precisa
Conclusioni
Le Hp2 sono delle cuffie molto dettagliate e precise che faranno la gioia degli amanti della gamma media e che grazie al moello di vendita diretta sono vendute ad un prezzo più concorrenziale rispetto alla Kennerton.
Grazie allo speciale driver il suono è sempre pulito, anche in gamma bassa, che pur essendo molto estesa è dettagliata e precisa.
Anche il DPH1 è un elettronica dal carattere e dal sound ben riuscito e grazie alla doppia uscita è possibile scegliere il suono che più aggrada in caso di utilizzo come premaplificatore.
Con le cuffie si comporta bene e riesce a pilotare quasi tutte le cuffie senza problemi nonostante la potenza non mostre.
La costruzione è buona, anche se avrei preferito fosse meno ingombrante.
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