Oggi Vi proponiamo l’intervista realizzata da noi all’Ing. Marco Manunta, fondatore della M2Tech.
M2Tech è un’azienda italiana salita alla ribalta nel nostro campo con l’introduzione della loro celebre chiavetta Hiface, un convertitore Usb-Spdif, e che si è conquistata fama internazionale anche grazie ai suoi convertitori di alta gamma.
Di seguito le domande che abbiamo posto al gentile ingegnere.
Stereo-Head: Quando è nata la Vostra passione per la musica e per l’Hi Fi?
Marco Manunta: Personalmente, mi sono appassionato di hi-fi quando avevo undici anni grazie ad alcuni amici più grandi che possedevano un impianto hi-fi (ovviamente giapponese, oppure Marantz). Tra l’altro, uno di loro era il figlio del proprietario del più grande negozio di elettrodomestici della mia città natale, che vendeva anche hi-fi (Pioneer, Technics, RCF…) e ogni tanto, su ordinazione, comprava anche prodotti esoterici che il mio amico regolarmente si portava a casa per provarli prima di consegnarli al cliente. Ricordo che un giorno mi parlò di certe casse acustiche semitrasparenti… Ora capisco che dovevano essere delle Quad o delle Magneplanar. Poi, a sedici anni, sono stato “folgorato sulla via di Damasco” grazie ad un articolo di Suono sul NAD 3130, che ho prontamente acquistato con i sudati risparmi e vendendo quasi tutto il resto del mio impianto, e sono passato all’esoterismo. Da lì alle valvole (rigorosamente in autocostruzione), passando per un finale Naim, il passo è stato breve.
Per mia moglie, socia fondatrice e CEO dell’azienda, il discorso è diverso: lei la musica la fa e canta da soprano. Da questo punto di vista lei apprezza l’alta fedeltà quando le permette, in generale, di sentire quanto la musica riprodotta da un impianto si discosta da una esecuzione dal vivo, in particolare di discernere le sfumature interpretative
SH: Si considera più audiofilo o amante della musica?
MM: In questo momento tendo più a godere della musica che non del suono. Però devo ammettere che la musica ha bisogno sempre e comunque di un buon suono per essere veramente apprezzata e coinvolgere emotivamente. Musica e musica con buon suono: un po’ la differenza che passa tra nutrirsi e gustare un buon piatto: in fondo l’atto è lo stesso, ma vogliamo mettere l’aspetto emozionale?
SH: Se posso, Lei che impianto utilizza?
MM: Esigenze familiari (una bimba di 21 mesi molto attiva) mi hanno obbligato a ridimensionare l’impianto in casa. E’ un insieme vintage con qualche aggiunta moderna: pre autocostruito e finali Denon POA-6600, sintonizzatore Revox B760, giradischi Teksonor 401 con braccio Dynavector DV-505 d’epoca e testine Denon 301 con step-up Bartolucci, Grado MF2+ (ricordi dell’adolescenza, era montata sul mio primo giradischi Ariston Audio) e Shure V15IV ristilata JICO, lettore universale Denon, registratore a bobine Technics RS-1700 con riduttori di rumore Nakamichi (Dolby B e C) e DBX I (per i nastri preregistrati con riduttore di rumore), diffusori DoAcoustics moooolto piccoli per non essere notati e distrutti da mia figlia. Ah, dimenticavo un registratore DAT TEAC R-9 che però non uso più da anni.
Non è certo il mio impianto dei sogni, ma nel mio soggiorno e con la bimba in giro non ha senso avere niente di più.
In ufficio abbiamo un’amplificazione Jeff Rowland e diffusori Audiomanufacture, un piccolo produttore svizzero con idee innovative.
SH: Utilizza anche cuffie?
MM: Solo per lavoro, uso una Audez’e LCD-3. Odio isolarmi durante l’ascolto per cui preferisco comunque l’ascolto tramite diffusori.
[Ho sbagliato lavoro mi sa, ndr]
SH: Quando e come è nata la M2Tech?
MM: E’ nata nel 2007 per dare una struttura più organica al lavoro di consulenti svolto da mia moglie e da me per aziende di vari settori: audio consumer, video professionale, automazione civile, dermocosmesi. Poi, nel 2009 abbiamo presentato la hiFace e l’azienda ha assunto la connotazione che ha oggi. C’è da dire che anni prima sono stato co-fondatore della North star Design.
SH: La filosofia dell’azienda?
MM: La mission dell’azienda è il miglioramento della qualità del tempo libero delle persone. Nello specifico, visto che tutti noi passiamo molto del nostro tempo libero ad ascoltare musica, la mission si esplica al momento nel miglioramento dell’ascolto della musica.
Riguardo ai prodotti, i nostri punti di forza, sui quali lavoriamo molto, sono i contenuti tecnologici innovativi, l’elevata qualità generale ed il look che si rifà allo stile italiano.
SH: Il primo grande successo è stato il convertitore usb-spdif Hiface che ha anticipato una lunga sequela di imitatori, come avete avuto questa intuizione?
MM: Confesso che è stato un puro caso: la richiesta di un tramite per trasferire musica ad alta risoluzione dal PC ad un DAC, portaci dall’editore di Audiophile Sound quando ha iniziato a vendere file sul suo sito. L’applicazione dei punti esposti nella risposta alla domanda precedente ha portato al prodotto hiFace.
SH: Tutta la Vs produzione è Made in Italy, pensate di mantenere la produzione sul nostro suolo anche in futuro?
MM: Assolutamente si, per una ditta delle nostre dimensioni il trasferimento in Estremo Oriente, ma anche solo in Europa dell’Est, non è conveniente. Inoltre, la filiera corta ci permette un migliore controllo qualità.
SH: La Vostra azienda dà una grandissima importanza alla musica liquida, pensate sia il futuro e il modo migliore per riprodurre musica?
MM: Se sia il modo migliore lo lascio decidere agli appassionati, di sicuro è già il modo di fruizione della musica del presente. Per il futuro a medio e lungo termine, chissà? Magari si tornerà all’analogico…
SH: Secondo Voi esiste un sistema operativo od un programma preferibile per la riproduzione?
MM: Per noi tutti i sistemi operativi si equivalgono, i programmi sono tanti e non vorrei fare pubblicità gratuite…
SH: Quali sono i Vostri progetti in cantiere? Dalla Vs pagina Facebook mi è sembrato di intravedere un amplificatore cuffie bilanciato, sbaglio?
MM: Non sbaglia. C’è molto altro, però, ma non posso dire molto al momento.
SH: Dopo aver esplorato la conversione digitale/analogica ed anche viceversa con il Vs Joplin, pensate che vi dedicherete anche ad amplificatori o preferite continuare la ricerca nel campo della conversione?
MM: Un’azienda che non produce amplificatori non è una vera azienda hi-fi…
SH: In un tempo in cui tutti producono convertitori D/A voi avete proposto un convertitore A/D , cosa vi ha spinto verso questa scelta diciamo”anomala”?
MM: Con un registratore a bobine e più di 1000 LP in casa, devo proprio dirlo? Seriamente, l’idea del Joplin è scaturita da due considerazioni:
1) sempre più impianti sono totalmente digitali, cioè privi di preamplificatore, sostituito da un DAC con controllo di volume: come collegare sorgenti analogiche a questi impianti?
2) gli LP contengono molta più informazione dei corrispondenti CD, per cui è meglio rippare un vinile che un CD per ottenere un file di qualità. Inoltre, quando esistevano i registratori a cassette li si usavano per registrare gli LP per non rovinarli con troppi ascolti. Ora è possibile fare lo stesso con il computer.
SH: Ho visto che per quasi ogni prodotto fornite anche a parte un alimentatore a batteria tipo il Palmer o l’Evo Supply, pensate, come me, che questa sia il tipo di alimentazione migliore?
MM: E’ una soluzione con molti pregi. Personalmente, però, sono sicuro che sia possibile ottenere le stesse prestazioni senza batteria. Ma il mercato chiede la batteria…
SH: Il vs ultimo prodotto, l’Hiface Dac (di cui troverete una prova a breve, ndr), è stato lanciato con lo slogan Fuck the Crisis, potete spiegarci il Vs intento?
MM: Penso che sia sufficiente fare un confronto in doppio cieco tra l’hiFace DAC e lo Young, confrontando anche i prezzi, per capire il senso dell’operazione. Il reddito medio degli italiani (ma anche dei cittadini di molte altre nazioni) sta calando e con esso il potere di acquisto. Pensiamo che sia giusto, commercialmente ed anche da un punto di vista etico, proporre prodotti con un elevato rapporto qualità/prezzo.
SH: Il ruolo di internet, il mondo dei forum, blog ecc è sempre più importante nel marketing moderno, Voi come vi approcciate?
MM: Con grande prudenza. I forum sono spesso l’equivalente virtuale delle curve degli stadi calcistici. Io sono più per un approccio stile rugby, mi piace confrontarmi ma non mi va di litigare né di combattere contro luoghi comuni e posizioni preconcette. Ho altro da fare e comunque rispetto le idee di tutti e non ho vocazione da missionario, quindi perché affannarmi per convincere gli altri delle mie idee? I miei prodotti parlano per me…
Per quanto riguarda l’immagine pubblica dell’azienda attraverso i social forum, non sono io l’incaricato ma ritengo importante sfruttare questi canali, sono la vetrina dei nostri tempi. Per fare un parallelo con gli anni ’90, non usare i social forum oggi sarebbe come se un’azienda hi-fi di quel periodo avesse cercato di vendere i propri prodotti con la vendita porta a porta invece che reclamizzandoli e facendoli provare sulle riviste di hi-fi.
SH: Siete tra le 10 finaliste per il premio Leonardo per la miglior Start up italiana, complimenti (http://www.polotecnologico.it/it/archivio-news/515-m2-tech-del-polo-tecnologico-tra-le-10-finaliste-del-premio-leonardo-).
MM: Grazie! In effetti non abbiamo ben capito come sia stato possibile che un’azienda come la nostra, innovativa certo, ma che non produce niente di “socialmente” importante, sia stata selezionata. Comunque, il premio è giustamente andato ad un’azienda che si occupa di cose più serie J.
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